Articolo di Marina Testa

Giornale Il Messaggero

Il racconto di un agente immobiliare: “Ho iniziato a scommettere a 16 anni”

“Persi 100mila euro, ero arrivato al limite e ho deciso di cambiare vita”.

 

«Ho iniziato a scommettere a 16 anni e poi sono stato travolto dalla spirale della dipendenza. Volendo fare un bilancio in termini di soldi, ho impegnato nelle scommesse online almeno un milione di euro e ne ho persi 100mila. Ma solo una volta ho preso in mano soldi fisici ».

Edoardo ha 23 anni ed è un agente immobiliare romano. Due anni fa ha deciso di affrontare la sua ossessione, ovvero il gioco d’azzardo. «Ho deciso di cambiare vita perché ero arrivato al limite. La famiglia, ringrazio la mia per la vicinanza sincera, può soltanto aiutarti in questo nuovo percorso, ma se non si tocca il fondo non si riesce ad uscirne. Secondo me, l’unico modo per riemergere è toccare il fondo. Così mi sono rivolto a psicologi e psichiatri, m a i risultati si sono visti quando sono arrivato a Frosinone e sono stato accolto dall’associazione No Game. Ci sono delle regole da seguire, la prima e non entrare in possesso di soldi. E non avere la possibilità di giocare. Quindi niente smartphone con i siti per le scommesse sportive, sia legali che illegali. Sì, perché giocavo con i siti illegali gestiti da persone fisiche che incassano o erogano le vincite. Anche se il problema non è legato al possesso del telefono, ma la volontà di distaccarsi dal vizio».

 

no game associazione ludopatici

«A VOLTE MI SVEGLIAVO»

Per il giovane il gioco era diventato una vera malattia tanto da togliergli il sonno. «Di certo guadagnare tanto ad una giovane età probabilmente ha alimentato la tentazione.  Io gestivo le pubbliche relazioni per le discoteche e avevo molta disponibilità di denaro. Ed avevo anche uno stile di vita esoso, spendevo in lusso. Ma il gioco mi ha preso come una morsa.

Talvolta mi alzavo anche di notte per seguire le partite di tennis sulle quali avevo scommesso. Ma attenzione, il gioco è una trappola. Perché con il miraggio della vincita ne rimani incastrato psicologicamente. E con le scommesse o i giochi online è anche peggio, perché tu puoi impegnare soldi virtuali. E in quelli illegali non servono documenti che attestano la maggiore età. In realtà le vincite sono pochissime e quando vinci sei portato di nuovo a giocare il denaro che hai incassato. Mi è capitato ad esempio per ripagarmi i debiti, ma poi l’ho speso tutto. Sei sempre sotto scacco, perché chi pretende l’incasso non ha modi gentili. Così come le persone alle quali chiedi i prestiti, se sono strozzini la minaccia è sicura. Ho chiesto soldi anche ai miei genitori, fino a quando mi hanno messo alle strette. Il mio comportamento avrebbe arrecato grossi danni anche alla mia famiglia. Ora ho i soldi contati per vivere la giornata, pranzo e sigarette. Una ventina di euro e qualcosa in più il fine settimana. E non ho carte di credito. Ho avuto un paio di ricadute, per questo cerco di attenermi alle regole». Gli chiediamo se esiste un prototipo di giocatore. Ci risponde un no secco. La ludopatia non guarda le categorie sociali. «Ho conosciuto gente di tutti i tipi, dal pensionato ai padri o alle madri di famiglia, benestanti o indigenti, addirittura la nonna attaccata al lotto o studenti modello che sperperavano tutto nel gioco d’azzardo». Proprio di recente l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha diffuso i dati riguardanti il gioco d’azzardo. In provincia di Frosinone, nel 2022, è stato speso un miliardo e 36mila euro nei posti autorizzati come le tabaccherie, in gratta e vinci, Lotto, Superenalotto e altri giochi, nelle sale slot e sui siti online. Il fenomeno è monitorato dal Dipartimento di Salute mentale e dipendenze della Asl di Frosinone presso il quale si rivolgono le persone che hanno bisogno di un sostegno terapeutico e anche legale. In media vengono trattati una ventina di nuovi casi al mese.

Parla il Presidente dell’Associazione No-Game, Tiberio Patrizi

In campo l’associazione “No Game” « Dal 2015 incontrate 400 persone».

«Dalla ludopatia non si guarisce. Non è una febbre che passa con un’aspirina, è una dipendenza psicologica sempre latente che si può soltanto contenere con determinati comportamenti e tanta forza di volontà. E soprattutto con il sostegno dei familiari, delle persone care».

Tiberio Patrizi è il presidente dell’associazione di volontariato No Game con sede a Frosinone in piazza VI Dicembre. E’ nata nel 2015 da un’esperienza vissuta, proprio la sua. Imprenditore nel settore del gas liquido, Tiberio non riusciva a stare lontano dalle slot machine tanto da indebitarsi anche con gli usurai. Quell’ulteriore danno che una cieca ossessione può condurti a fare. «Non riuscivo a staccare, spendevo anche 2 o 3mila euro al giorno. Un gorgo senza fine con la speranza che ti dice ho perso ma tanto poi mi rifaccio. E’ quel mi rifaccio che ti porta alla deriva. Perché non hai modo di rifarti, ciò che è perso è perso e le possibilità di vincita sono sempre ridotte».

Così sono sfumati almeno 700mila euro. Fino a quando è arrivata la svolta. «Devo molto a mia moglie Rossana Antonucci. É stata lei a ricondurmi sulla strada giusta. E’ con lei che abbiamo fondato l’associazione di volontariato perché è solo con il dialogo e l’ascolto che certe debolezze possono essere corrette. Insegniamo che una volta superato il limite, un giocatore non può permettersi neanche di giocare a tombola, frequentare amici giocatori o tenere denaro, è come una droga che teniamo in tasca. Perché è il fattore emozionale che t’invoglia a ricadere, è un disagio legato alle emozioni».

tiberio patrizi presidente no game

Tiberio Patrizi – Presidente Associazione No Game

Le richieste di assistenza che arrivano all’associazione No Game non sono poche. «Dal 2015 ad oggi abbiamo incontrato circa 400 persone, ma solo una parte ha preso veramente coscienza del problema ed ha arrestato il disagio, una settantina. Non tutti, infatti, decidono di intraprendere il percorso che non è una passeggiata. Perché e veramente difficile far capire agli interessati che hanno una devianza. Attualmente riceviamo almeno un paio di contatti a settimana. Ospitiamo e abbiamo ospitato persone che vengono dalla provincia di Frosinone ma anche alle province vicine, come Roma. Come dicevo, qualcuno è refrattari, anche se si rende conto di aver dilapidato un patrimonio. Ma il fenomeno più significativo riguarda l’età dei giocatori, sempre più bassa. C’è una laureanda, ad esempio, che per festeggiare il traguardo accademico ha speso tutti i suoi risparmi. E poi la facilità del gioco online ha attirato ancora di più le fasce giovanili. È in questo ambito che servirebbe un’ulteriore protezione».