“La ludopatia è una vera e propria dipendenza, come l’alcol o le droghe – prosegue Feder – solo che viene percepita in modo diverso rispetto alle altre. Se uno beve troppo, il barista può cacciarlo o chiamare la polizia, ma se gioca troppo? Se rimane dieci o dodici ore davanti a un videopoker oppure perde 12 mila euro in una sera?”
“Non tutti – continua lo psicologo – riescono a farsi avanti da soli per affrontare il problema. Spesso sono le persone più vicine, i coniugi o i figli, a rivolgersi alle strutture di aiuto. Nel primo caso che mi sono trovato ad affrontare quando ho iniziato nel 2004 era stato Fabio, un ragazzo di 15 anni, a venire a chiederci di aiutare il padre”
“Il 98 per cento di chi soffre di disturbi legati all’azzardo – dice Feder – almeno una volta ha pensato al suicidio, e il 23% ha ricorrenti pensieri suicidiari”. Ma questa patologia ha conseguenze a cascata anche sulle persone vicine. Sono fisiche, come nei casi di mariti che picchiano le mogli – o viceversa – a causa del gioco. Ma anche di altro tipo: “specialmente i più piccoli – dice ancora Feder – possono accusare anche a distanza di anni problemi come piccoli attacchi di panico o problemi a scuola”.